sabato 15 maggio 2010

CHI PAGA PER LA CRISI E CHI DOVREBBE

CHI PAGA PER LA CRISI E CHI DOVREBBE
Chi aspettava la conferma su chi avrebbe finito per pagare i costi pesanti della crisi è stato accontentato. Generalmente, quando trattasi di gravi malattie, osa ripetersi che prevenire è meglio che curare. Ma,nel caso specifico, né i governanti, né le forze di opposizione, né i sindacati, né la stampa (carta e TV), né i sedicenti esperti e commentatori improvvisati, insomma nessuno ha inteso ascoltare il grido di allarme lanciato da parte di qualcuno che aveva visto giusto da anni. Invero, il solo Carlo De Benedetti ha lanciato una proposta concreta, che è da considerare come la proposta, dalle colonne de “il sole-24 ore” in data 11 settembre 2009, seguita l’indomani 12 da commenti di consenso da parte delle segreterie delle tre confederazioni sindacali e da qualche esponente del PD, ex ministro. Ma il focherello è durato solo due giorni. Poi di nuovo il silenzio assordante. Le misure che stanno circolando in queste ore, naturalmente, parlano di sacrifici abnormi che devono sopportare i pensionati e coloro che stanno per diventarlo, coloro che hanno bisogno di assistenza, per gli inevitabili tagli ad una sanità che fa acqua da tutte le parti, come peraltro tutti gli altri servizi pubblici; finora sono esclusi solo i disoccupati dal concorrere a contribuire alla raccolta di fondi per raggiungere l’iperbolica cifra di 25 miliardi per riassestare i conti di uno Stato che ne ha 1.800 di debito, che ne paga 70 all’anno di soli interessi e che dal ‘92 al 2009 di manovre ne ha fatte una ventina, di cui la prima di 90 mld di vecchie lire, senza che il Debito pubblico sia diminuito di un euro. Con una conseguenza tra le piu’ deleterie disastrose e controproducenti che si possano immaginare e concepire. Tralasciamo per il momento le reazioni e le proteste che solleveranno gli interessati alla manovra, cioè i soliti fessi, mentre lorsignori continuano a rubare e rapinare a piene mani per arricchirsi a dismisura e in modo inconsulto, prima che vergognoso. La manovra in pectore, che rispetto all’enormità del debito e del costo per interessi, è meno di una bazzecola, per la moltitudine della povera gente che la dovrà subire, è invece pesantissima, produce un’ulteriore stretta della cinghia, inevitabili sacrifici per tutte le famiglie, ulteriore abbassamento del livello dei consumi, già ai minimi storici, ulteriore inasprimento della crisi che subiscono imprese, commercianti, artigiani, insomma una dose aggiuntiva, assolutamente inevitabile, di stagnazione e depressione dell’economia, che al contrario avrebbe urgente bisogno di stimoli per ripartire. Con buona pace, in definitiva, di realizzare ciò a cui tengono tanto, cioè la crescita e quindi il gettito per compensare il debito che continua a crescere.
Eppure, per quanto strano e sorprendente possa apparire, la soluzione è a portata di mano. Naturalmente per gente che abbia voglia di metterla in pratica. La soluzione è quella proposta da Carlo De Benedetti, e da me anticipata tre anni fa con la pubblicazione di un piccolo opuscolo. Entrambi parliamo ed ipotizziamo un’imposta straordinaria, una tantum, sui grandi patrimoni, prevista nei manuali di Scienza delle Finanze ed attuata in molti Paesi e in diversi periodi storici , compresa la nostra stessa Italia che nel periodo dall’unità d’Italia al 1945 è intervenuta moltissime volte sul Debito pubblico, così come ha illustrato il Direttore del Debito Pubblico alla Commissione parlamentare nel 1988.
Bankitalia rende noto annualmente che la sola ricchezza finanziaria delle famiglie (senza quella immobiliare) è pari ad €. 2.800 circa di cui la metà è detenuta dal 10% di esse , chiaramente super ricchi.La metà è pari ad €. 1.400 all’incirca, per cui un prelievo una tantum del 10% darebbe un gettito straordinario di 140 mld, implementabili da una contestuale manovra sui tassi del D.P. Gli effetti sono illustrati sul mio blog : http://studiocalvano.blogspot.com/
Solo che tra quel 10% di cittadini c’è compreso anche il nostro Premier e, forse, tanti altri che finora hanno preso a piene mani. Poche speranze, dunque. La domanda che sorge spontanea,semmai, è : ma vi sono compresi anche i soggetti delle opposizioni e dei sindacati, visto che nessuno di loro, mentre rivendicano interventi in favore di tante categorie, dica mai dove trovare i soldi? E la stampa che dice?
U.Galimberti: il vero volto del capitalismo http://www.youtube.com/watch?v=tnGXsqHuhWE