mercoledì 15 giugno 2011

ORA O MAI PIU’

IL PRESENTE DOCUMENTO E’ STATO ELABORATO IN COLLABORAZIONE TRA FRANCESCO CALVANO VITTORIO EMANUELE ESPOSITO E CARMELA BLANDINI E CON L’APPORTO DI ALTRI AMICI

IL GOVERNO ALL’OPPOSIZIONE: DOVE TROVIAMO LE RISORSE PER LE RIFORME?

DALL’OPPOSIZIONE : SILENZIO ASSORDANTE

NOI DELLA RETE DOBBIAMO INDICARE DOVE TROVARLE E COME UTILIZZARLE

ADERITE CLICCANDO SUL LINK SOTTOSTANTE E SEGNANDO IL QUINTO SI SUL DOC.

Dopo la rivoluzione cultural-politica di portata squisitamente storica, realizzata con il Poker di SI, forse è giunto il momento per continuare ad esercitare in forma di democrazia diretta partecipata un’azione efficace e vincente sui temi cruciali della struttura economico finanziaria che interessano realmente il popolo.

Già a partire dalle ore immediatamente successive all’annuncio della nuova pesante sberla.il Governo e la maggioranza sono andati in confusione. Ma non è stata solo una sberla. E’Molto di piu’. E’ la rivincita storica di un popolo che ha creduto per troppo tempo alle lusinghe e e alle bugie, autenticate dal Notaio Vespasiano , di un venditore ambulante e che ora ha capito che doveva riappropriarsi del bene piu’ prezioso e ineludibile della libertà di decidere autonomamente , senza delegare a un esercito di mercenari, che Veronica Lario ha efficacemente definito “quel ciarpame politico”. Il popolo ha cosi’ inflitto una batosta molto piu’ sonora di quella che i piu’ inguaribili ottimisti potessero immaginare. Ma soprattutto ha spazzato via un dualismo che l’umanità si è trascinato dietro per secoli , consistente nella contrapposizione insanabile tra la volontà-delega attribuita ai politici e al potere in genere e la volontà propria che è sempre stata tradita dai delegati. Tutti i drammi dell’umanità sono racchiusi in questo concetto semplicissimo e apparentemente ovvio. Il popolo che ha votato Berlusconi non ha mai pensato che questo potesse servire per consentirgli di varare solo le leggi che interessavano lui e il suo impero. Oggi se n’è accorto, lo ha capito e si è liberato. Questo è il vero grandioso risultato culturale, di portata universale, (non politico per l’Italietta) che il voto referendario esprime e riafferma.

Ma attenzione a non buttarlo via. Governo e maggioranza sono in confusione e nel panico, chiedono agli altri dove trovare i soldi per attuare la riforma fiscale quando dall’Europa e dalla Corte dei Conti richiedono manovre straordinarie di 80, di 40, di 140 mld, non si capisce bene, e, nel contempo, chiedono “ ma qual è l’alternativa?”. E, Bersani, pronto, a lanciare il monito alla lega : “rifletta con chi stare”.

PER TALE MOTIVO VORREI RIVOLGERMI PRIORITARIAMENTE AL POPOLO DELLA RETE, DIMOSTRATOSI SEMPRE ATTENTO E PRONTO ALLE INNIZIATIVE DA INTRAPRENDERE.

SENZA TEMA DI SMENTITA, SI PUO’ AFFERMARE CHE IL PAESE E’ INA UNA SITUAZIONE A DIR POCO DISASTROSA. BERLUSCONI E LEGA RECLAMANO LA RIFORMA FISCALE E L’APERTURA DELLA BORSA MA TREMONTI RISPONDE E RIBADISCE CHE LA RIFORMA FISCALE NON SI PUO’ FARE A DEBITO, CHE ANZI SIA L’EUROPA CHE LA CORTE DEI CONTI ITALIANA INVITANO IL GOVERNO A RIPIANARE UN DEFICIT ULTERIORE, GIA’ FORMATOSI, DI CIRCA 140 MLD DI €. DA RIPARTIRE IN 3 ANNI. LA RUSSA RASSICURA LA BINDI CHE LA MANOVRA DI 80 MLD LA FARANNO SENZA METTERE LE MANI IN TASCA AGLI ITALIANI; LUI HA NOTIZIE DI PRIMA MANO CHE L’UNICO A METTERE LE MANI IN TASCA SARA’ IL PREMIER.

Insomma siamo quasi giunti alla Torre di Babele e non si vuol tenere in alcun conto del fatto che la speculazione, quando deciderà di agire, non invierà alcun preavviso. Il loro successo è legato alla sorpresa. Eppure l’Italia sta meno peggio di altri Paesi, ricorda continuamente Tremonti, perché può contare sulla ricchezza privata. Ma nessuno dice dov’è e come la si può utilizzare. Così, i politici degli opposti schieramenti chiedono a quelli che hanno di fronte di indicare dove trovare i soldi per fare le riforme : scena muta.

Nessuno, dico nessuno, vuole prendersi la responsabilità di indicare l’unica alternativa possibile, a portata di mano, capace di salvare il paese dal default e rilanciare consumi, sviluppo, occupazione, rinascita e rilancio dell’Italia.

Questa via si chiama Imposta straordinaria, una tantum, sui grandi patrimoni. Dati Bankitalia:

il 50% della ricchezza in Italia è nelle mani del 10% delle famiglie piu’ ricche, per intenderci come Bersusconi; l’altro 50% è distribuito nel rimanente 90% delle famiglie che quindi non possono essere coinvolte nell’operazione. Da un calcolo grossolano viene fuori che applicando un’aliquota media del 5% sui patrimoni delle sole famiglie ricche, si potrebbe generare un ‘introito straordinario di circa 200 mld, pari a 6-7 manovre annue, impossibili da realizzarsi normalmente. E quindi rimango sempre piu’ inebetito quando mi faccio la domanda : Ma perché nessuno ne vuole parlare? Sapete quanto pagherebbe un soggetto che possieda un patrimonio di 5 milioni di €uro? La modica cifra di 250 mila Euro? Pensate che possa andare in disgrazia? Si può anche rateizzare ripartendola tra i sei-sette anni dell’ipotetico piano.

Tremonti, come qualsiasi altro economista o studioso di scienza della finanze, sa benissimo che tutti i testi scolastici e accademici, introducono la materia delle entrate statali distinguendo tra entrate ordinarie e straordinarie, queste ultime , suddivise tra ricorrenti e una tantum: Sa anche che dall’unità d’Italia fino al dopoguerra i governi italiani hanno fatto continuamente ricorso alle entrate straordinarie, come alle manovre sui titoli del Debito Pubblico.

Non si capisce perché mai, oggi, con il Paese in assoluta emergenza, con un pericolo di default, con l’impossibilità assoluta di risolvere i problemi del Paese con fondi che non esistono, anzi ne servono subito altri, le grandi famiglie ricchissime debbano sottrarsi a concorrere nel risanamento del Paese quando proprio loro devono gran parte delle fortune ai lauti tassi di interesse lucrati sui titoli di stato nei decenni passati.

senza questo introito straordinario o governi Berlusconi o governi il premio nobel dell’economia il paese non si muove di un dito.

ED IO NUTRO UNA STRANZA SENZAZIONE. SE TREMONTI SI INCAZZA, VUOI VEDERE CHE L’INTRODUZIONE SULL’IMPOSTA STRAORDINARIA SUI GRANDI PATRIMONI LA PRESENTA PROPRIO LUI?

domenica 5 giugno 2011

FULL DI RE – POKER D’ASSI – GOVERNO B : KO , MA , ACHTUNG BABIES

Dopo l’emozionante risultato delle amministrative, che lascia intravedere l’inizio di un declino ormai inarrestabile, l’impegno va quadruplicato poiché bisogna calare, adesso , il poker d’assi per mettere definitivamente KO il governo del Cavaliere. Dobbiamo quadruplicare gli sforzi perché la gente vada a votare il 12-13 giugno e il dado è tratto. Basta raggiungere il quorum e milioni di “senza cervello” voteranno inevitabilmente quattro SI: Il raggiungimento di un tale insperato, fino all’altro giorno, risultato, varrebbe in termini politici molto ma molto di piu’ del risultato amministrativo. Sarebbe la prova schiacciante che il Governo è in piena agonia, non solo, ma soprattutto che esso non rappresenta neanche se stesso. Ha ottenuto la delega e il consenso dei cittadini ma ha saputo varare solo leggi ad personam o, peggio, che rappresentano potenziali armi letali per futuri genocidi dei nostri prosperi. Tutto ciò in nome di guadagni facili, attraverso tangenti miliardarie, che finirebbero nelle tasche dei soliti noti a dispetto delle ignote generazioni future. Insomma un Governo che pratica la delinquenza politica. I 4 SI significheranno che con un Poker d’assi in mano la partita è chiusa, perché l’attuale governo non può avere scala reale, dal momento che di reale non hanno nulla, neanche i capelli.

Nello stesso tempo va lanciato forte il grido di Achtung babies: Bando ai facili entusiasmi, ma soprattutto va verificato qual è l’alternativa valida. Il commento del dopo voto è stato, come sempre, particolarmente deludente e inefficace. Si è parlato di tutto, delle strategie di questo o di quello , della mancata capacità di spiegare persino cosa era stato fatto nelle consiliature precedenti, quasi fosse una giustificazione anziché la dimostrazione di chi fossero i “senza cervello”.Nessuno si è soffermato sulle vere cause della debacle del Cavaliere, a parte il venir meno del suo charme e del suo prestigio che ha nuociuto a Milano come nel resto d’Italia. Ma le vere cause sono ben altre. I milioni di disoccupati, le centinaia di migliaia di licenziati, costretti ad arrampicarsi sui tetti dei capannoni o sulle gru, o a rinchiudersi nelle ex carceri, intere comunità e città ritrovatesi nella crisi piu’ nera, a causa dei licenziamenti, perché è del tutto evidente che solo il lavoro e i salari dei lavoratori possono tenere in piedi comunità e città. Il tutto ben condito dai tagli selvaggi (i piu’ li definiscono lineari) alla scuola, alla ricerca, alla giustizia, alla pubblica amministrazione, l’aumento della pressione fiscale, pur di fronte ad un PIL decrescente da anni , alla riduzione dell’avanzo primario, che è divenuto disavanzo primario, ad un debito pubblico che mese dopo mese batte nuovi record.

Questa breve sintesi della drammatica situazione reale del Paese racchiude anche l’estrema contraddizione, insanabile, esistente a livello di governo e di Istituzioni. Il Ministro Tremonti è chiuso in una morsa mortale. Il Governatore di Bankitalia, il governo nel suo complesso, la Confindustria, i Sindacati, chiedono che vengano destinate risorse per far ripartire la macchina, alleviare le condizioni di estremo disagio della gente. Dall’altra, Istituzioni europee, la stessa Bankitalia e la Corte dei conti avvertono che il Paese è già disastrato dal,punto di vista della finanza pubblica, e del conseguente indebitamento, la Corte dei Conti parla addirittura di un deficit creato dall’andamento del PIL di circa 140-160 mld, che dovrebbero essere reperiti attraverso nuove manovre straordinarie da 40 mld l’anno per 3 anni , il che vorrebbe dire, e il primo a saperlo è Tremonti, il de profundis per l’economia e il suo sviluppo. E allora, come può quadrare questo cerchio? Una via d’uscita, l’unica, ci sarebbe. Tremonti , tra tanti sproloqui, una cosa vera,sensata, la dice. E cioè che l’Italia sta meno male di altri Paesi perché può contare su un risparmio privato che controbilancia il disastro dei conti pubblici. Questi però sono già nel mirino della speculazione internazionale, il cui primissimo passaggio è stato compiuto con l’abbassamento del rating da parte della Standard & Poor’s.., D’altra parte, i risparmi di cui parla Tremonti sono per il 50% nelle mani del 10% delle famiglie ricche, mentre il restante 90% deve spartirsi il residuo. I tempi stringono e le contraddizioni insanabili rimangono.

Oltre 4 anni fa, in tempi non sospetti, governavano Prodi, Bersani e Visco, ho pubblicato un opuscoletto di un’ottantina di pagine, “Perché urge la Patrimoniale”, e, ancora prima, ai tempi delle manovre di Giuliano Amato, avevo diagnosticato la stagnazione che quelle manovre avrebbero provocato. Dopo 20 anni Amato se n’è accorto e, ora, propone anche lui la patrimoniale. Non c’è tempo da perdere. Ma,se aspettiamo che la provvidenza arrivi dai signori del potere, di centro, di sinistra o di destra, rischiamo di perdere il treno per sempre, perché le prossime manovre che dovranno varare faranno pagare sempre e comunque i sacrifici a tutti coloro che sono già in grave difficoltà di esistenza. Se 4 anni fa la proposta era urgente, oggi è indifferibile, pena il profilarsi di bel “default “ con addio per sempre a qualsiasi speranza di ripresa o di ripartenza.

Se il Poker d’assi dei Referendum ci può far vincere l’attuale partita, dovremo essere vigili e rigorosi sui soggetti a cui dovrà essere affidata l’alternativa. I vari schieramenti che si presenteranno come alternativi, dovranno dichiarare se sono schierati nella difesa ad oltranza dei privilegi di quel 10% oppure con il 90% del popolo che soffre. In sostanza se sono disponibili a presentare quale primo atto di governo una proposta di legge per l’istituzione di una IMPOSTA UNA TANTUM SUI GRANDI PATRIMONI,. CHE CON UNA ALIQUOTA MEDIA DEL 5% PUO’ FORNIRE UN GETTITO DI CIRCA 200 MILIARDI DI EURO, CARBURANTE SUFFICIENTE AD INNESCARE UN REALE PROCESSO DI SVILUPPO E DI OCCUPAZIONE CHE POSSA AUTOALIMENTARE LA CRESCITA DELL’ECONOMIA ED ASSICURARE UN MINIMO DI GIUSTIZIA REDISTRIBUTIVA PER LAVORATORI E GIOVANI.

Si badi bene che parlo e lo sottolineo, non di un’imposta ricorrente (estremamente sbagliata) ma di una imposta una tantum che le famiglie ricche o straricche , con una aliquota minimale, possono tranquillamente sopportare senza traumi né sconquassi, anzi ciò può rappresentare soprattutto per loro una ancora di salvataggio dal potenziale default.

IN TUTTO QUESTO, LA RETE, SENSIBILE ALLE TEMATICHE SOCIALI COME A QUELLE AMBIENTALI, PUO’ ESERCITARE UN RUOLO DI PRIMO PIANO.

SE RACCOGLIAMO, COME PER I REFERENDUM, MIGLIAIA E MIGLIAIA DI ADESIONI AVREMO NELLE MANI UN’ARMA DI PERSUASIONE EFFICACE CHE PUO’ RAPPRESENTARE LA CONTINUAZIONE DELL’ESERCIZIO DIRETTO DELLA DEMOCRAZIA, IN VIRTU’ DEL QUALE SI FA CIO’ CHE LA MAGGIORNZA DEL POPOLO DECIDE DI FARE , NON GIA’ I SUOI DELEGATI , ABITUATI A TRADIRE.