Paola 02/07/2006
Non poteva mancare! L’atteso pacchetto di misure che il nuovo Governo doveva varare per scaricare sui soliti noti e fessi il peso del risanamento è puntualmente arrivato.
Io, e con me gli amici che avevano aderito al circuito “Incontriamoci”, proveniamo, com’è facile immaginare, da varie formazioni di sinistra, variamente delusi dalle vecchie formazioni e sconcertati ed incazzati per l’avvento dell’era Berlusconi. Per reagire alla pericolosità di quella formazione di destra che, se avesse vinto ancora, sarebbe stata capace di stravolgere quel poco che è rimasto dell’assetto istituzionale e democratico in questo Paese, abbiamo aderito volentieri al movimento che doveva portare ed ha portato Prodi ad essere candidato a Premier anche senza avere un proprio partito alle spalle. Ma convinti, proprio per questo, che una volta arrivato sul piu’ alto scranno delle leve di comando avesse trovato il coraggio di esprimere un forte segnale di discontinuità sia rispetto alle politiche allegre e forsennate dei Berlusca, Fini, Tremonti, Bossi e Calderoli, e sia rispetto alle politiche del dejà vue dei precedenti Governi di centro-sinistra.
Invece, niente, ma proprio niente di tutto questo. Si ripete ancora una volta, e crediamo per l’ultima, la monotona, pedante, noiosa manovra di scaricare il peso del risanamento (ma quale?, se non pannicelli caldi che non servono neanche a scalfire una situazione così drammatica da far prevedere comunque che il peggio è dietro l’angolo), sulla massa dei cittadini.
Si è attribuita al precedente Governo la responsabilità di aver fatto recedere il Paese ad uno dei piu’ bassi livelli di produttività, di PIL e di competitività internazionale. Ma il fenomeno, per essere un tantino obiettivi, deriva da lontano. Dopo la prima maxi manovra di Amato (90 mila mld di vecchie lire) ho scritto (se volete posso inviarvene copia) che ciò, al di là del tentativo di risanamento, avrebbe comportato l’avvio di una recessione economica. Credo di non essere uno scienziato in campo economico, ma bastano le poche nozioni che possiedo per aver potuto imbroccare una previsione così facile.
Ora, avevate tre possibili vie per ritentare un risanamento difficilissimo quanto improbabile.
1) Togliere agli speculatori ed ai grandi personaggi che si sono arricchiti, anche e soprattutto speculando e lucrando gli alti tassi di interesse sul debito pubblico, pagato dalla massa dei cittadini, introducendo una bella imposta straordinaria sui grandi patrimoni, ma solo su questi, a meno che anche la gran massa dei politici non rientri tra questi;
2) Tagliare le spese della pubblica amministrazione, non certo riducendo la spesa per l’acquisto della carta igienica dei vari ministeri, ma trovando il grande coraggio di abolire immediatamente Province, Comunità montane, Consorzi, enti sovra comunali, forse le stesse ASL, autentici centri divoratori e spreconi di risorse, di corruzione e intrallazzo a livello locale, senza che nessuno dei suddetti Enti abbia una reale e proficua funzione nella vita sociale e produttiva.
3) scaricare, come sempre, i sacrifici sulle masse.
Avete scelto la terza via che, senza centrare l’obiettivo, vi porterà alla disfatta.
Un solo esempio, banale ma efficacissimo : avete preso di mira determinate categorie, senza intaccare minimamente gli intoccabili. Creando piuttosto ulteriori solchi discriminatori.
Gli studi di Tremonti o di Fantozzi, tanto per non fare nomi, non hanno sicuramente bisogno delle Tariffe professionali per farsi pagare le cifre esorbitanti che vogliono, dai loro ricchi clienti. L’esercito infinito delle vecchie e nuove reclute, che devono “sbattere il culo”, come direbbe Lady Fini, per poter mantenere in piedi gli scalcinati studi professionali delle periferie del Paese, vengono ora privati anche di quel minimo di protezione delle Tariffe professionali che adoperavano in casi estremi, allorquando si imbattevano in clienti non disposti a pagare, oppure dovranno scannarsi tra di loro per accaparrarsi un cliente a prezzi da straccioni.
I professionisti, con le loro famiglie, rappresentano circa cinque milioni di votanti e, in una situazione in cui si vince o si perde per 25 mila voti, lasciano chiaramente prevedere che si farà la stessa fine di quando D’Alema, presidente del Consiglio, soltanto annunciò misure, ritenute contro, determinate categorie ed incamerò la disfatta elettorale delle regionali che lo costrinse a dimettersi da Presidente del Consiglio.
Per noi, a questo punto, esiste solo la rassegnazione. Non potremo votare contro, perché dovremmo votare per gente che disprezziamo, ma non voteremo mai piu’ neanche a favore. Chissà, dovremo accettare la frase di Paolo Rossi che ”forse, per la sinistra, non servono i comici, ma gli attori drammatici”.
Anche se la previsione piu’ attendibile è che i comici stiano per ritornare.
Cordialmente. Francesco Calvano
domenica 2 luglio 2006
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