mercoledì 16 settembre 2009

UN’IMPOSTA SU GRANDI PATRIMONI E GRANDI EVASORI PER FINZIARE SVILUPPO E OCCUPAZIONE

UN’IMPOSTA SU GRANDI PATRIMONI E GRANDI EVASORI PER FINZIARE SVILUPPO E OCCUPAZIONE
Nel leggere l’intervento di Carlo De Benedetti su Il Sole 24 Ore circa la richiesta esplicita di una imposta patrimoniale sono sobbalzato e ho provato un’ intima immensa soddisfazione. Sono anni che mi batto in solitaria avventura in questa battaglia, da nessuno ascoltato, ora arriva un personaggio della caratura notevole ed anche, penso, interessato come contribuente. Ma questo è perfettamente spiegabile se collegato alla preparazione e all’intelligenza dell’uomo e dimostra uno dei miei assunti fondamentali. E cioè che i primi che dovrebbero capire e recepire il loro interesse a contribuire in un momento difficile e drammatico, a seguito del quale si rischia concretamente un grande botto che, se dovesse verificarsi, finirebbe con il travolgere tutti, ma a rimetterci sarebbero proprio le classi benestanti. I poveri possono rimetterci la loro miseria, ma i grandi finanzieri e possidenti rischiano molto di piu’. Per cui non si capisce perché nessuno tra politici, governanti, uomini di affari e di cultura, economisti, sindacalisti, esperti commentatori, conduttori televisivi, ha mai voluto accettare neanche un dibattito sull’argomento.
L’analisi di De Benedetti è lucida ed efficace, da parte mia condivisibile in pieno, e non può che essere così dal momento che essa ricalca molto le tesi che vado sostenendo da tempo. Soprattutto coincide con l’idea centrale e portante del ragionamento che ho sviluppato nell’opuscolo che ho pubblicato circa tre anni fa. Ossia che il sistema fiscale, un’autentica ed inestricabile giungla normativa, spreme ormai in modo spietato e forsennato non solo i lavoratori dipendenti ma anche i piccoli e medi operatori, i quali, tra vessazioni di carattere burocratico, adempimenti di tutti i colori, a cominciare da quelli fiscali, tasse e gabelle varie, allo Stato e a chi si sostituisce ad esso, il principale pensiero che coltivano è quello di gettare la spugna. Da qui discende la logica e conseguente conclusione che dall’erario non è possibile ottenere quelle notevoli risorse da destinare al pagamento degli interessi sul Debito Pubblico, ad arginare la grave crisi, ad elargire gli ammortizzatori sociali e i sostegni alle famiglie e alle Banche. Un Paese non può certamente trascinarsi nella sua grama esistenza solo assistendo. Prima o poi crolla. Ha bisogno prima di tutto e soprattutto di politiche di rilancio dell’economia, di sviluppo sostenibile, infrastrutture, pubblica amministrazione efficiente, di ripianare il grave gap tra Nord e Sud , di creare le condizioni perché si attui una politica di redistribuzione effettiva dei redditi. Ma c’è voluto un imprenditore di successo, un personaggio noto e colto come De Benedetti, che probabilmente dovrà contribuire in prima persona, per proporre l’idea di un’imposta patrimoniale, riprendendo, così come ho fatto piu’ volte anche io, la diffusione dei dati di Bankitalia che dimostrano come il 50% della sola ricchezza finanziaria è in mano al 10% dei cittadini, senza considerare beni immobili ed aziende. Del resto la pratica di intervenire sul Debito Pubblico è stata largamente utilizzata nel nostro Paese diversissime volte dall’unità d’Italia e fino al Dopoguerra, senza che nessuno si lagnasse piu’ di tanto e senza che si creassero sconquassi, semmai sono serviti ad evitarli. Di fronte a tale scenario, pensare di fare a meno dell’istituzione di un’imposta temporanea sui grandi patrimoni è un’idea suicida e masochista; ancor piu’ sbalordisce il fatto che l’attuale Governo, con il Ministro Tremonti in testa, faccia rientrare i grandi evasori che hanno accumulato le ricchezze nei paradisi fiscali, facendo pagare loro quanto basta a regalare un pacchetto di caramelle alle famiglie italiane e ci manca poco che vengano indicati come eroi.
Nel documento linkato in calce ho elaborato una proposta concreta di come potrebbe essere strutturata un’imposta straordinaria sui grandi patrimoni (tra cui rientrano i grandi evasori) nonché una modifica al meccanismo degli interessi sul Debito. Chi vuole approfondire può farlo. Però da subito ci dobbiamo attivare tutti perché la proposta di De Benedetti non cada nel vuoto, creando un grandissimo Gruppo, la cui denominazione coincide con il testo di questo intervento Se le risposte saranno adeguate quantitativamente promuoveremo un Comitato per tradurre in proposta di legge l’idea di cui al Link sottostante e ci auguriamo che possa essere presieduto da un grosso personaggio


http://studiocalvano.blogspot.com/2009/03/documento-per-un-movimento-alternativo.html
http://studiocalvano.blogspot.com/2009/03/perche-urge-la-patrimoniale.html