mercoledì 20 gennaio 2010

LA RICCHEZZA C’E’ : PRELEVARLA X RISANARE – ECCO COME !

LA RICCHEZZA C’E’ : PRELEVARLA X RISANARE – ECCO COME !


La crisi è alle spalle, secondo l’ottimismo forzato del governement, ma non passa giorno senza che vengano annunciati chiusure di fabbriche e di aziende, molte provocate non da cause legate alla bolla finanziaria bensì alla nuova speculazione selvaggia dei nuovi avventurieri che proprio attraverso la finanza tentano di arricchirsi sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie, che senza lavoro e senza l’indispensabile per sfamare i propri figli si arrampicano sopra i tetti delle aziende.
Anche i meno avveduti capiscono che la crisi non è alle spalle bensì tende ad acutizzarsi non solo per la tragica situazione dell’occupazione ma per la concomitante presenza di altre numerose e concorrenti situazioni di cancrena che affliggono in modo strutturale quasi tutti i settori della vita economica e sociale del Paese.
Scuola nel caos con tagli insensati, la ricerca divenuta esportatrice di cervelli, le Ferrovie esistono solo nella tratta Roma-Milano, Trasporti aerei al lumicino, disoccupazione pesante al Nord ma devastante al Sud, rapporto complessivo Nord-Sud in continua perenne divaricazione, Giustizia carente di organico a tutti i livelli e nelle attrezzature in generale , le forze di polizia senza parco auto e senza benzina, mentre per le Carceri è vera emergenza, la Sanità accumula deficit crescenti e, tra sprechi e ruberie, non riesce ad erogare un’assistenza decente che assicuri la vita e non la morte, il dissesto idro-geologico che ha superato da tempo i livelli di guardia, senza che venga destinato un euro alla prevenzione rispetto ai miliardi richiesti dagli esperti e dagli stessi consigliori.
Cosa c’è rimasto ? Un po’ di mare avvelenato al centro – sud e l’ottimismo stampato come una maschera sul volto del Premier e dei suoi accoliti.
Di fronte a un tale desolante e drammatico quadro complessivo del Paese, il Premier e i suoi collaboratori, ben consci della gravità eccezionale della situazione, si cimentano a inventare boutade a livello mediatico nel tentativo di continuare a carpire il consenso distorcendo la verità e la realtà.
E così…il giorno prima : “ si fa sul serio, andiamo avanti spediti con la riforma fiscale con due sole aliquote (le stesse proclamate nel famigerato Patto con gli italiani di vespasiana memoria) per realizzare una riduzione delle tasse”.
Il giorno dopo: “l’attuale situazione di crisi non permette alcuna possibilità di riduzione delle imposte” e il Ministro Trebond: “Non possiamo fare stupidate o follie in una fase economica così complicata……la spesa aggiuntiva per gli interessi sul debito mette fuori discussione la possibilità di pensare a una riduzione delle tasse””.
Che la verità stia in queste ultime parole famose del SuperMinistro lo vado predicando da anni e ormai lo ha imparato buona parte degli italiani, oltre che le pietre.
L’Italia rispecchia il mondo capitalistico; In quest’ultimo (rapporto ONU) : il 18 % dei cittadini dispone dell’83% del reddito globale e basterebbe una cifra inferiore alla ricchezza posseduta dalle 7 persone più ricche del mondo per riscattare dalla fame e dall’estrema miseria miliardi di persone e di bambini sparsi in tutto il mondo.
In Italia (dati Bankitalia) il 10% dei cittadini possiede il 50% della ricchezza finanziaria; questa è stimata in 2800 mld di €uro, per cui il 50% è pari a 1400 mld. Se si ipotizza un prelievo straordinario una tantum (anche ripartito in 3-4 anni) su questa ricchezza si realizza un gettito fiscale di 140 mld circa (alla faccia dei 4,5 mld incassati con lo scudo fiscale) !
Un provvedimento del genere, per esplicare tutta la sua efficacia, andrebbe necessariamente implementato con un’altra misura straordinaria da adottare in materia di debito pubblico.
Come, in parte, accennava Tremonti, il paese è schiacciato da tempo dal peso degli interessi sul debito; in questo momento è stretto in una morsa che, senza correttivi, rischia di stritolarlo per sempre; i tassi sui titoli a breve sono al minimo storico e questo ha rallentato momentaneamente l’ulteriore crescita dello stock del debito; ma non appena dovesse iniziare la ripresa, i tassi torneranno a salire, incidendo subito sull’aumento del deficit e quindi dello stock, per cui sarebbe vanificato per sempre qualsiasi accenno di ripresa e con esso qualsiasi speranza di risanamento dell’economia e delle disponibilità finanziarie per innescare sviluppo e occupazione.
Occorre conseguentemente varare una manovra che stabilizzi, almeno per un quinquennio, il rendimento dei titoli di stato al livello attuale dei tassi a breve. E’ una misura né folle né peregrina né estremista. Le due misure, combinate, creerebbero un plafond complessivo per sanare la finanza pubblica, il costo del debito, assicurare sviluppo e occupazione, sconfiggere lo spettro della miseria e della crisi perenne.
Dall’unità d’Italia alla caduta del fascismo sono stati varati decine e decine di provvedimenti del genere, da tutti i governi succedutisi, senza che scoppiasse alcuno scandalo né rivolta (Relaz.D.G.D.P. alla Comm.Parlam.di vigilanza. 1999)
E non può essere certo un caso che l’Italia, uscita semidistrutta dal conflitto mondiale, abbia proceduto prima a ricostruire il Paese e poi a realizzare il famoso miracolo economico.
Dalla fine degli anni ’40 a metà degli anni ’60 combinazione vuole che il doppio miracolo sia avvenuto in assenza di Debito Pubblico e dopo tale data, con il debito in crescendo, le crisi non hanno avuto sosta.
Ecco dove trovare i soldi, per chi ne ha voglia e capacità, a destra come a sinistra.

U.Galimberti: il vero volto del capitalismo