mercoledì 22 aprile 2009

IL MAGO TRE…BONDS E IL NEMICO IN ASCOLTO

L’intervista rilasciata domenica a Lucia Annunziata da parte del ministro mago Tremonti ritengo abbia tutti i requisiti e i presupposti per assurgere al rango di evento storico.
Quasi tutti in Italia e in Europa ci siamo scervellati, prima, per trovare quattro euro di risorse per far quadrare il malandato Bilancio dello Stato attraverso la Finanziaria ed evitare che venissero prosciugati i fondi nientemeno che della Suola , i cui Presidi sono costretti ad incatenarsi nelle piazze di Roma, e della sicurezza, il cui spauracchio, negli ultimi giorni del Governo Prodi, ha contribuito non poco a far pendere il voto in favore dei campioni della libertà. Dopo, per trovare quattro soldi di quelli “veri” in favore delle famiglie in crisi di astinenza primaria, dei disoccupati e delle piccole medie imprese, per come ha rivendicato a lungo il Presidente di Confindustria. Per racimolare 7-8 miliardi da destinare a fronteggiare la crisi (il che ha fatto ridere il mondo intero) è stato necessario prelevarne circa 2 e mezzo dai fondi destinati alle Regioni. Chi di noi comuni mortali poteva minimamente immaginare che nel Bilancio dello Stato ci sono tali e tante di quelle risorse nascoste, conosciute soltanto dal Ministro mago, da soddisfare ampiamente tutti i bisogni delle sventurate popolazioni dell’Abruzzo? Il modo perentorio, sicuro, a livello di spavalderia, con cui l’ha detto, lasciava chiaramente intendere che non solo ci sono quelli che servono per l’Abruzzo, ma se ne possono trovare finchè si vuole. Alle domande impertinenti dell’intervistatrice, che voleva sapere per forza quali fossero tali risorse, non ha mai dato alcuna importanza né tanto meno l’ha degnata di alcuna risposta. L’importante è che non si mettano le mani nelle tasche dei cittadini perché nella casse dello Stato si potranno trovare tutti i fondi che si vuole. Una prima piccola sommessa obiezione (l’intervistatrice non ci avrà badato) sarebbe quella di chiedere: scusi sig. Ministro ma i soldi che sono nella casse dello Stato (ammesso che sia mai vero) non sono forse dei cittadini? Non sono forse quei soldi che avete sottratto alla Scuola, alla sicurezza, alla giustizia e così via dicendo? O avete costituito, a nostra insaputa, un Fondo speciale con i soldi personali suoi, del Premier e di qualche altro sciampagnone ? O forse, e questa potrebbe essere la seconda sommessa obiezione, Lei aveva il sospetto che le tasche della stragrande maggioranza degli italiani sono piu’ che vuote e quindi le mani si potevano mettere solo in quelle dei ricchi? O, infine, Lei era talmente tranquillo che non siamo di fronte ad una crisi strutturale profonda, di sovrapproduzione, in un contesto dove è sparito il lavoro, ma che invece la crisi è ormai alle spalle perché sono finite le perturbazioni dei mercati finanziari e quindi tutto è risolto? Ma non le dica queste cose al nemico, perchè è sempre in ascolto. Domenica Lei ha dato l’annuncio, l’indomani è giunto puntualmente l’ennesimo lunedì nero delle Borse mondiali. Alcuni segreti vanno tenuti per sé, come quelli dei fondi occulti nelle pieghe del Bilancio dello Stato.La magìa, se no, svanisce. E noi ne abbiamo ancora gran bisogno, dopo l’annuncio del FMI che il rapporto Debito/PIL salirà al 121%. Occorrono consistenti fondi occulti, li troveremo nelle pieghe del Bilancio o bisognerà mettere le mani in tasca di qualcuno, non piu’ dei lavoratori che stanno sparendo bensì in quelle di chi ha continuato ad accumulare anche durante la crisi?
francesco calvano

www.fainotizia.it

sabato 4 aprile 2009

POVERO SILVIO

Tempi di crisi, tempi duri anche per i piu’ forti, agguerriti ed indomiti personaggi politici e del mondo dell’ economia. L’Italia ha la fortuna/sfortuna di essere guidata e governata da un Premier indefesso, che non riposa mai, che pensa sempre agli altri, che si danna l’anima per fare gli interessi del popolo, eppure non è capito da tutti, ad eccezione di quella foltissima schiera di ruffiani e seguaci che sono diverse decine di milioni, ma non sono tutti, come lui vorrebbe e meriterebbe. C’è l’opposizione, alcuni Sindacati, la stampa italiana ed estera che continuano ad inveire e denigrare. Deve badare a mantenere integre le sue aziende e le sue TV, deve pensare a come si può e deve controllare la RAI, come conquistare qualche altro giornale rimasto indipendente, ma che non esita ad attaccarlo, deve tenere a bada ministri ed alleati, a cominciare da quell’impertinente di Gianfranco Fini, che pretende che sia rispettato il Parlamento e le sue regole, ci si mette spesso anche la massima carica dello Stato, insomma verrebbe da dire che non se ne può veramente piu’ ed esclamare con Cornacchione : Povero Silvio. Ma come non bastassero gli oppositori interni, gli sgambetti di falsi amici ed alleati, ultimamente ci si mettono anche gli Organismi internazionali. Lui ha fatto di tutto per rassicurare gli italiani che per il nostro Paese la crisi era soltanto un fatto psicologico e che bastava spendere anche i soldi di cui non si dispone perché l’economia ripartisse, che comunque noi ne saremmo usciti prima e meglio di tutti gli altri Paesi da questa bestia nera che è la crisi, perché noi stiamo meglio degli altri e siamo al 3° posto nel Mondo quanto a Debito Pubblico. Pochi altri possono vantare altrettanto, Ma quand’ecco che arrivano i dati catastrofici dagli Organismi internazionali (e anche quelli della Banca d’Italia) sui milioni di disoccupati, destinati a crescere. Ma questo è niente! Il grave sta nel fatto che nessuno di questi Organismi ha mai pensato di avvisare il povero Silvio di quanto stava avvenendo. A questo punto gli viene immediatamente il mal di testa e tutta la stampa mette in risalto che il Premier è preoccupato per l’occupazione. Ma passano appena 24 ore e Lui ha già trovato una pezza: Noi non lasceremo indietro nessuno dei disoccupati; tanto nel frattempo una buona parte si sarà suicidata. Ma neanche quella solerte Ministro che è sempre in prima fila quando si deve applaudire lo sta a sentire. Così mentre lui dichiara che nessuno rimarrà indietro, la Gelmini gli scarica sul marciapiedi migliaia di precari. Obiettivamente, bisogna riconoscere che in questi termini e con queste modalità nessuno ce la può fare. Soprattutto Lui che, così indaffarato com’è, figuriamoci se come Capo di Governo possa venire a sapere che da 15 anni uno scienziato americano, di nome Rifkin, ha pubblicato un best seller a livello mondiale, per dimostrare “la fine del Lavoro”; e che 10 anni dopo ha aggiornato i dati con altri 31 milioni di lavoratori espulsi dal mondo del lavoro, per cui conclude che “l’Epoca Industriale ha posto fine alla schiavitù, l’Era dell’Accesso sta ponendo termine al lavoro salariato di massa…dobbiamo prepararci a vivere in una nuova era in cui si lavorerà poche ore a scopi utilitari, dedicando più tempo all’arricchimento della vita sociale”. Per obiettività bisogna convenire che nessuno può osare pretendere tanto da un Premier che già fa tantissimo per il popolo. Anche perché questo concetto fondamentalissimo per capire la crisi, ma anche e soprattutto ciò che sta dietro la crisi e ciò che, in maniera assai drammatica (i rapimenti dei Managers da parte degli operai in piu’ zone del mondo dovrebbero far riflettere), ci attende dopo la crisi, non lo ha capito quasi nessun altro. Non i partiti oggi all’opposizione, non i partiti di sinistra fuori dal Parlamento, non i Sindacati direttamente interessati, tanto meno i giornalisti e i condottieri radiotelevisivi : i primi parlano e sparlano circa un miliardo in piu’ o in meno su questo o quel capitolo di bilancio, su questa o quell’altra misura o incentivo, i secondi mostrano scene individuali raccapriccianti ma a nessuno, dico a nessuno, viene in mente di porre al centro di tutte le discussioni l’unico quesito possibile : se mai usciremo da questa crisi, e non sarà facile, pensate che si possa continuare a produrre con la stessa struttura organizzativa che ci ha condotti fin qui e con lo stesso tipo di rapporto tra Stato Impresa e Lavoro, oppure si incomincia a pensare come Rifkin? Sicuramente, questo non lo si può pretendere dal povero Silvio. Francesco Calvano

http://www.fainotizia.it/