domenica 3 giugno 2007

LETTERA APERTA A GOVERNO – POLITICI – SINDACATI – ORGANI DI STAMPA

Ancora una volta e sempre il dibattito politico, si fa per dire, tenta di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi reali a quelli delle formulette, dei contenitori, delle aggregazioni e delle disgregazioni dei vari clan.
E’ passato un anno dall’insediamento del Governo Prodi, che in molti ostinatamente e ingenuamente abbiamo sostenuto, ma di provvedimenti in favore delle classi meno agiate della popolazione neanche l’ombra. Lo slogan piu’ agitato durante la campagna elettorale delle ultime politiche, che la gente non arriva a fine mese, si è leggermente modificato nel senso che non arriva al 20 del mese; solo chi si ostina a credere nei miracoli, poteva illudersi che tutto si modificasse per il solo leggero cambiamento della coloritura partitica del nuovo governo, senza che lo stesso intervenisse a modificare nel profondo la redistribuzione della ricchezza, togliendo a chi si è largamente arricchito per distribuirlo in favore delle classi meno abbienti. E dire che in linea di principio tutti sostengono che è necessario ed indispensabile che i benefici dell’economia capitalistica vadano utilizzati anche per attivare una politica di interventi strutturali, allo scopo di realizzare maggiore giustizia ed equità sociale. Lo sostengono il Governo, i partiti, i sindacati, gli oltranzisti come i moderati, persino Montezemolo o un liberista di ferro come il prof. Mario Monti.
Ma nessuno si sogna di metterla in pratica.
Nel frattempo, coloro che non arrivano al 20 del mese si arrangiano frugando tra gli scarti dei mercati rionali o chiedendo assistenza alla Charitas, che ha ingigantito la sua opera di distribuzione di pacchi alimentari, come nei periodi bellici. I Tribunali che prima non avevano la carta igienica, ora chiudono alcune sezioni per mancanza di personale, aziende leader nazionali passano la mano agli stranieri, la compagnia di bandiera è scomparsa, le Ferrovie fanno sempre piu’ pena, sopravvivono sopprimendo treni, perdendo clienti e sopprimendo altri treni, anche se luridi. I problemi della malasanità, dell’Università, della Ricerca sono sempre lì a testimoniare un malessere sempre piu’ diffuso tra la gente che, secondo D’Alema, testimoniano una crisi di disaffezione dalla politica, capace di provocare lo stesso tsunami degli anni ’90. Intanto loro, i “politici” continuano a litigare su tutto non nei confronti degli avversari, ma soprattutto al loro interno, anche quando devono decidere se stampare o meno un manifesto, facendo abortire nelle prime settimane di gravidanza il bambino che doveva rappresentare una svolta storica nella politica italiana, la nascita del Partito Democratico, nelle intenzioni per aggregare chissà quante forze, ma che ha finito per perdere per strada pezzi non indifferenti di quel poco che rappresentava.
Il Debito pubblico rimane inalterato nella sua immensità, i tassi di interesse sui titoli di Stato hanno superato la soglia del 4%, le risorse della prossima spremitura della Finanziaria dovranno essere destinate allo scopo.
Gli unici provvedimenti adottati o minacciati sono quelli che riguardano grandi masse di cittadini, che sopravvivono alla giornata, e che rappresentano milioni di elettori. Non che questi provvedimenti siano sbagliati in linea di principio, solo che un politico con un minimo di barlume li avrebbe adottati dopo aver dato l’impressione precisa alla gente di incidere prima di tutto sulle classi piu’ abbienti e privilegiate, o dopo aver tagliato moltissime spese inutili, a cominciare dai costi della politica.
Tutto ciò spiega piu’ che a sufficienza perché un film che avevamo già visto sia stato ri-proiettato a distanza così ravvicinata dall’insediamento del governo Prodi e con dimensioni a dir poco allarmanti. La prima parte del copione che ho delineato nel saggio pubblicato su “Finanziaria e Debito Pubblico – Evasione e Pressione fiscale – Perché urge la Patrimoniale”(*), che ho inviato a tutti i governanti, i politici, i sindacalisti, gli organi di stampa, si è puntualmente verificata, sia pure con molto anticipo.
Ora, dobbiamo aspettarci che si verifichi la seconda parte, ossia il ritorno del Caimano, invocato a gran voce. Promesse di benessere per tutti, meno tasse per Totti e per tutti. Conti pubblici che sprofonderanno, allargando una voragine già molto ampia. E’ probabile che però arriveremo al capolinea. L’avvenimento, da questo punto di vista, potrebbe, paradossalmente, essere salutare.
E dire che per evitarlo bastava avere a disposizione un discreto ragioniere e un mediocre politico.
Che nel nostro panorama mancano.
03/06/2007 Francesco Calvano
(*) chi volesse visionarlo, può cliccare : http://xoomer.alice.it/studiocalvano

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