domenica 5 luglio 2009

ALLARME DEBITO


I dati diffusi stamattina dall’ISTAT sul rapporto Deficit/PIL sono impressionanti, drammatici e dirompenti. A me fanno meno impressione che a chiunque altri, per il semplice fatto che sono anni che batto di continuo, forse in modo ossessionante, su questo tasto. Ma è possibile che ci sia soltanto io in questa Italia che riesca a fare previsioni sul fenomeno che poi, purtroppo per gli italiani, si rivelano esatte, semmai forse addirittura sottostimate. No, non è possibile una cosa del genere. La verità, ancora piu’ amara e triste, è che tutti gli altri che dovrebbero mettere in allarme, non hanno il coraggio di farlo. Tra ruffiani, pavidi, incompetenti, la schiera di coloro, tra economisti, commentatori, giornalisti economici, esperti di varia natura, è sempre piu’ folta e compatta. Anche tra coloro che si dicono schierati a sinistra o comunque sul fronte dell’opposizione vi è complicità , connivenza, omertà. Forse hanno addirittura paura che Berlusca li sgridi, come è avvenuto in questi giorni allorquando ha tentato di mettere la museruola addirittura agli Organismi istituzionali che pubblicano i dati: Secondo il nostro Premier nessuno si deve interessare ai vari bordelli della vita privata ma neanche a quelli della vita pubblica. La crisi è già passata. L’Italia uscirà meglio degli altri Paesi e per prima. Questi gli slogan del Premier e di Tre-Bond . Si, ma dal novero dei Paesi civili e progrediti usciremo per primi!

La stangata di questo primo trimestre del rapporto Deficit/PIL è destinata ad incidere fortemente nella spirale infernale di crescita dello Stock del Debito. La forte accelerazione del Deficit, la caduta delle entrate e la necessità di continuare a sorreggere un’economia in ginocchio, con una disoccupazione in crescita esponenziale , comporterà una inevitabile crescita del monte Debito pubblico che si avvia a toccare vette inesplorate. L’aumento di quest’ultimo inciderà a sua volta sull’ammontare degli interessi da pagare sui titoli di stato e quindi la spirale continuerà ad avvitarsi all’infinito. Anche quando dovesse passare la crisi, purtroppo. Ed è questa la peculiarità tutta italiana. Oggi stiamo male sotto il peso della crisi. Domani, se dovesse passare, continueremo a stare peggio perché in periodi di ripresa o rilancio dell’economia i tassi di interesse riprenderanno inesorabilmente a salire e quindi il monte interessi da pagare sullo stock del Debito non consentirà nessuna politica di incentivo e di sviluppo. Ricominceranno le finanziarie di lacrime e sangue e la stagnazione è assicurata!

Perché non c’è e non ci può essere alcun mago che possa spendere o elargire se non pensa alle risorse con cui farvi fronte. Sono inutili e vane anche le grida dei Sindacati (si fa per dire) per rivendicare politiche in favore dei disoccupati, dei senza lavoro, dei meno abbienti, se non si ha il coraggio di dire dove trovare le risorse. E queste ci sono, per quanto strano ciò possa apparire.

Già nell’Opuscolo che ho pubblicato oltre due anni fa (Perché urge la Patrimoniale) davo delle indicazioni precise e concrete dove trovare le risorse. Poi sono arrivati i dati di Bankitalia, che ogni anno ammonisce che il 10% dei cittadini possiede il 50% della ricchezza finanziaria del Paese. E gran parte di questa ricchezza, come dimostro nell’analisi svolta nell’opuscolo, è stata accumulata negli anni dei tassi stratosferici pagati sul Debito Pubblico. Quindi, ora che il Paese è in ginocchio costoro sono i primi e gli unici che possono e debbono contribuire. Come, in che modo, con quali modalità, l’ho spiegato e proposto in un Documento pubblicato sul Blog e su Facebook. Le manovre di finanza straordinaria e sul Debito Pubblico dall’unità d’Italia fino al secondo conflitto mondiale si contano a decine. Niente di eccezionale o di rivoluzionario. Per tali motivi ora chiedo la collaborazione e l’adesione di tutti i navigatori in rete per sostenere l’unica alternativa possibile che eviti, prima o poi, la bancarotta, seguendo la California ! Chi vuole documentarsi è invitato a ciccare i link sottostanti. Mentre chi condivide può aderire al Gruppo : http://www.facebook.com/group.php?gid=115853522641 Francesco Calvano

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