venerdì 6 marzo 2009

IL GIOCO DLLE 3 CARTE in un quadro tragicomico

Il primo Atto della commedia all’italiana si è concluso, il secondo, al massimo il terzo, sarà molto verosimilmente tragicommedia, con accentuazione del primo termine. Alla fine del I° Atto ognuno ha chiarito le proprie posizioni. Il Governo dice che, mentre gli altri parlano, Gasparri Cicchetto ma soprattutto Lui, cui si è aggiunto di recente anche Capezzone, operano per il bene e nell’interesse del Paese. Hanno stanziato circa 7-8 miliardi, parte dei quali li hanno sfilati alle Regioni, come se quei soldi non erano comunque destinati ad essere spesi da parte di queste ultime, si presume in favore dei propri amministrati, diversamente dovremmo ipotizzare che avevano intenzione di metterseli in tasca, come purtroppo di sovente è avvenuto. Le opposizioni, con in testa Veltroni, i Sindacati, il residuo della sinistra radicale si affannano ad affermare che ciò che ha stanziato il Governo è troppo poco e nientemeno propongono una cifra quasi doppia. A sorpresa, si è affiancata sulle stesse posizioni anche il Presidente di Confindustria. Non manca nessuno. Solo, forse, qualche esperto e il gran coro dei mass media, che stavolta non sanno se condividere le miserie governative o le balle degli altri. Ed è qui che la Commedia rischia concretamente di trasformarsi in tragedia. A prescindere dall’osservazione preliminare e fondamentale che anche l’entità delle misure rivendicate dalle opposizioni rappresentano poco piu’ di un pannicello caldo (quasi un terzo della manovra finanziaria fatta da Prodi!) di fronte alla profondità della crisi che ha travolto il mondo civile e capitalisticamente avanzato dell’Occidente (che non si capisce bene se potrà sopravvivere, o bisognerà pensare ad un Mondo possibile avviando un periodo di “decrescita felice”, come sostiene Maurizio Pallante), il dato di fondo è che quei 16 miliardi che rivendicano le opposizioni non esistono neanche nella mente di Dio, per chi ci crede. Diversamente, non si capirebbe perché per racimolare quegli otto che dicono di aver destinato ad arginare la crisi, li abbiano sottratti in parte alle Regioni e in parte continuando nel gioco perverso delle “tre carte”. C’è solo da aggiungere l’aggravante che il nostro Paese, a differenza di molti altri, era già alla deriva , prima che arrivasse la crisi, per come ampiamente documentato nei libri di Stella e Rizzo.
E dov’è allora il torto di Veltroni e compagni? Loro rivendicano il raddoppio, che rimane comunque una miseria, sanno che i soldi non ci sono, e non indicano dove recuperarli. La massima Istituzione economico-finanziaria del Paese, la Banca d’Italia, pubblica puntualmente ogni anno con molta enfasi i dati circa la distribuzione della ricchezza finanziaria del Paese e ci illumina sulla circostanza, non secondaria, che il 50% di detta ricchezza è concentrata nelle mani di un 10% di cittadini. La Banca d’Italia, per il suo ruolo solennemente istituzionale, non può suggerire ai politici che è proprio questo il serbatoio da cui attingere, ma dà proprio l’impressione precisa e difficilmente opponibile, che avrebbe tanta voglia di dirlo!!!
Naturalmente a quel 10% bisognerebbe aggiungere una platea di altri soggetti, come ad esempio le Banche, le Assicurazioni etc etc, per la ragioni da me illustrate nel saggio “Perché urge la Patrimoniale”, edito all’inizio del 2007 e inserito integralmente sulla rete.
Allora quali sono le ragioni vere, profonde, perché, prima che si avveri il sogno di Pallante, nessuno della c.d. sinistra, dei Sindacati, degli esperti, degli economisti, dei commentatori che sfilano nelle trasmissioni televisive, delle associazioni di categoria, dei giornalisti, etc etc etc. osa ventilare una ipotesi e una proposta che una volta per tutte attuerebbe quel minimo di giustizia suprema che vorrebbe una piu’ equa distribuzione della ricchezza, a parole affermata e riaffermata da tutti, compresi i liberisti puri, e nel concreto avversata da tutti ?
Forse hanno paura che anche il Premier, in tal caso, dovrebbe contribuire in modo discreto oppure temono che ìn quel 10% vi rientrano tutti coloro che hanno fatto e fanno politica da anni e che con il loro scellerato operare hanno consentito che un popolo venisse affamato con 1.680 miliardi di €. di debiti sul groppo, che quei soggetti hanno intascato?
Ai posteri l’ardua sentenza???
francesco calvano.

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