venerdì 6 marzo 2009

L’ABISSO DI GIAVAZZI E LE ISTRUZIONI DI TREMONTI

In quest’ultima settimana vi sono stati alcuni accadimenti, che ritengo siano di straordinario e decisivo interesse per analizzare e capire la grave e per molti aspetti insolubile crisi che stiamo vivendo. Sul Corriere della Sera di domenica 22 febbraio sono stati pubblicati, in contestualità, tre interventi assai illuminanti. Il Governatore Draghi ha scritto (pag.8) che per le Banche italiane il rischio maggiore deve ancora venire ed ha sottolineato, allarmato, l’immenso problema della disoccupazione, mettendo in risalto che nel corso del 2009 scadranno i contratti di 2,4 milioni di precari, che verosimilmente diventeranno disoccupati. Una conferma così autorevole a quanto vado denunciando da qualche mese non l’avrei neanche sognata. A quei milioni di disoccupati, temuti dal Governatore, bisogna aggiungere quegli altri milioni che ancora non sono stati licenziati, di cui alcuni già messi in cassa integrazione ed altri in attesa. Quindi, per l’Italia, la vera crisi non è neanche iniziata, e solo grazie a questa circostanza il Governo può permettersi il lusso e l’ardire di stanziare pochi spiccioli che suonano offesa per i lavoratori, le famiglie e il buon senso comune.
Il secondo intervento è quello del Superministro Tremonti, secondo il quale la crisi si supera cambiando le regole contabili suicide, ossia sospendendo le regole di Basilea 2, cioè quel complesso di norme dettate dalla comunità europea che le Banche sono tenute ad osservare per evitare di concedere crediti facili, imitando le disastrose disavventure delle Banche americane o rischiando di aumentare i crediti in sofferenza che, secondo il Governatore, a Gennaio sono aumentati del 70% rispetto all’anno prima. E’ impossibile avere la botte piena e la moglie ubriaca, a meno che Tremonti non voglia affossare anche le Banche alle quali presta poi i soldi al 7,50 od 8%. Il terzo intervento, quello piu’ istruttivo e illuminante, è il “fondo” dell’economista Francesco Giavazzi, che ci spiega come salvarci dall’abisso! Egli osserva che i beni che costituiscono la ricchezza nel mondo sono ancora lì, in piedi, che i lavoratori hanno la medesima esperienza di ieri (trascurando il piccolo particolare che ieri erano dentro le fabbriche e oggi sono fuori), e che tutto sarebbe da attribuire ad un perverso diabolico funzionamento dei mercati borsistici. “E’ la sfiducia che ha trascinato il mondo in questa situazione assurda”, prosegue, per cui non bisogna dimenticare che “mai il mondo era cresciuto tanto rapidamente quanto nel decennio precedente la crisi”, poi alcuni banchieri si sono trasformati in “speculatori aggressivi ed hanno trasferito il rischio su contribuenti ignari”. Illustre Prof.Giavazzi, poiché nessuna casa farmaceutica ha ancora brevettato la sintesi chimica della fiducia, questa non può essere somministrata in pillole e, nonostante i reiterati inviti del Cavaliere, mi creda che è assai difficile, direi impossibile, far capire e convincere milioni di disoccupati e di famiglie in stato di povertà che debbono essere loro a risanare l’economia con la loro fiducia! Ma, soprattutto, in qualità di Economista, non Le sfiora il dubbio che :
- la “crescita mai verificatasi prima con tanta rapidità” sia tra le cause principali, se non l’unica, che ha determinato la crisi? Non è stato scritto, da qualche decennio, ed in un certo senso anche dimostrato, che quanto piu’ cresce l’economia e il PIL, che ne misura l’intensità, tanto piu’ avvengono quei vorticosi e distorsivi processi di accumulazione della ricchezza, con la conseguente creazione di disuguaglianze e ingiustizie sociali per cui i ricchi continuano ad accumulare e i lavoratori diventano sempre piu’ poveri?
- l’attuale crisi, da tutti giudicata grave drammatica di lunga durata sia una crisi di sovra produzione ? non vede le fabbriche e i piazzali dei produttori di auto sovraccarichi di merci e di macchine che, da Torino agli USA alla Cina, non sanno a chi venderle perché le masse non hanno piu’ i soldi per sopravvivere?
- E se è così, perché così è, non pare a Lei e a tutti gli improvvisati governanti italiani che quanto piu’ si adottano misure per ridare fiato a chi produce (come lo sciagurato incentivo sugli straordinari!!!) tanto piu’ si acuisce la crisi?
- Per salvarsi dall’abisso l’unica via, praticabile con immediatezza, sia quella di redistribuire almeno parte della ricchezza sottratta finora alle famiglie, in modo che con molta fiducia riprendano a spendere e mettano in moto l’economia?
Dall’altra parte dell’Atlantico, nel Paese piu’ capitalista e liberista al mondo, governa in questo momento un leader che ha avuto il fiuto e l’intuito di annunciare almeno due cose fondamentali, che dovrebbero costituire la filosofia di ogni Governo : attuare immediatamente una politica di redistribuzione dei redditi, con tassazione piu’ gravosa per i ricchi e servizi sociali ai meno abbienti associata al cambiamento radicale, per quel paese, di una politica energetica ed ambientale che tenti di salvare il Pianeta. Mentre da noi ancora si ha la spudoratezza di parlare di centrali nucleari, che il popolo ha già bocciato, e che rischiano la distruzione dell’umanità, anziché privilegiare le forme di risparmio energetico che in molte realtà territoriali imprenditori ed amministratori locali hanno ampiamente sperimentato con successo. Solo che il risparmio energetico non concorre alla crescita del PIL, ma va a diretto beneficio delle famiglie, mentre le centrali nucleari e la produzione di nuova energia vi concorrono, con vantaggi enormi per chi ne sarà il detentore!
In conclusione per salvarci dall’abisso, egregio prof Giavazzi, sarebbe il caso che almeno le opposizioni, i sindacati, gli esperti, i giornalisti, i conduttori TV come Floris, Santoro ed altri, anzichè arzigogolare sul sesso degli angeli, ponessero ai governanti che si trovano a passare nelle loro trasmissioni una semplice domanda : è disposto il Governo italiano a prelevare da quel 10% di cittadini che detengono il 50% della ricchezza finanziaria (sottolineo solo finanziaria) per ridistribuirla alle famiglie dei lavoratori onde rimettere in moto l’economia e salvare il Paese?
francesco calvano

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