martedì 24 marzo 2009

LE FOSSE ARDEATINE E IL POPOLO DELLE LIBERTA’

Oggi il Presidente Giorgio Napolitano ha solennemente celebrato l’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, uno degli episodi piu’ atroci, raccapriccianti, odiosi che la storia mondiale ricordi, compiuto dai nazisti nella nostra Capitale, in collaborazione con i fascisti indigeni.
L’accorata celebrazione da parte del Presidente non poteva che richiamarsi a quegli ideali di libertà per i quali Egli ha sempre combattuto e nei quali ha sempre creduto.
Al suo fianco c’era anche il Presidente della Camera Fini che, credo per la primissima volta in modo così esplicito, ha elogiato la Resistenza e gli uomini della Resistenza che per abbattere il tanto odiato regime fascista e ridare la libertà al popolo italiano non hanno esitato a rischiare la propria vita e molti ce l’hanno rimessa. Né credo che questi ultimi, così come anche quelli che sono ancora in vita, sarebbero stati entusiasti nell’apprendere che uno dei discepoli prediletti, anzi il prescelto delfino del Capo dei neo-fascisti, oggi sieda sulla poltrona della terza carica dello Stato, e tra qualche giorno si accoppia con il Capo della nuova ondata autoritaria che pervade il Paese, e che hanno il coraggio di chiamare il popolo della libertà e il partito degli italiani.
Illustrissimo Presidente Napolitano, nel Suo discorso c’è quella che io considero una grande bufala, e cioè che la Storia è maestra di vita. La storia non ha mai insegnato un bel tubo a nessuno. Il popolo italiano ha impiegato poco piu’ di sessant’anni per ritornare agli eredi di un regime che era stato abbattuto con il sacrificio e la vita dei migliori tra gli italiani di allora.
Ho sempre davanti agli occhi la stupenda sintesi con cui Gianni Bisiach chiuse la sua lunga storia televisiva sul Fascismo. Ha accostato le due immagini simbolo del regime : le adunate oceaniche in Piazza Venezia a Roma e il corpo di Benito Mussolini, impiccato e penzoloni in Piazza Loreto a Milano con i cittadini che sfilavano e sputavano. Il commento di Bisiach fu, piu’ o meno, : è difficile pensare che quelle persone che prima applaudivano e poi sputavano non siano le stesse. Erano plebiscitarie prima e anche dopo, quindi le stesse. Oggi Bisiach potrebbe aggiungere una nuova immagine con i plaudenti del partito della libertà : sono sempre gli stessi! Mi si potrebbe obiettare che oggi Fini sembra sincero e schietto, nelle parole e nei fatti, nel condannare quel regime che ha sempre osannato e, addirittura, paradossalmente, nell’arginare le smargiassate e le assurde pretese del nuovo autoritarismo dell’uomo che si autodefinisce come campione della libertà e della democrazia. Si, per quanto paradossale, sembra esser proprio così. Le chiavi di lettura possono essere in conseguenza molteplici e diverse. Lasciamo al “popolo sovrano” la libertà e lo sfizio di decifrarle.
24/03/2009
Francesco Calvano
www.fainotizia.it

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